Ed a frequentare le spesso trascurate introduzioni ai trattati coreutici si han talvolta vere sorprese, come fu, tempo addietro, per me il leggere questo passo ( invero 'insultante' anche nella forma qui riportata, molto riassunta ) tratto dall'opera che il Dufort pubblicò a neppur cent'anni dall'ultima edizione de Nobiltà di dame (nel 1728): “ ...i passi di questa Danza ( quella dello stile Caroso, appunto ) , comeche fatti in cadenza sopra alcune arie di malissimo gusto, non erano già naturali, ma si faticosi, e forzati. I piedi si tenevano paralleli donde nasceva, che i passi riuscivano duri, ed inflessibili....In somma questa Danza Italiana, o Spagnola, la quale immagino, che a quel tempo riuscita fosse gradevole, di presente sarebbe invero molto ridicolosa a vedersi...” Nemesi volle che, prima della rivalutazione filologica della danza curtense tutta, anche la Belle Danse barocca scivolasse nel limbo dei ridiculosi movimenti nell'immaginario delle generazioni postume al Dufort... Sopra: pagina dell'opera di Dufort
mercoledì 27 novembre 2013
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