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mercoledì 1 aprile 2009

Risposte a Farnesiana & L'ara - commenti del 27 - 3



Spesso i rimandi più usuali per far discorsi sulle origini delle moresche vengon fatti ai riti di fertilità legati al mondo dell'agricoltura ed a quelli magici-propiziatori della vita guerresca : stranamente poco , o nulla , si dice su quanto probabilmente tutto debba molto anche al più antico evento collettivo delle società umane , quello della caccia. Non è difficile intravvedere le notevoli analogie intercorrenti tra le strutture narrative di molte delle moresche e quelle che governavano la prassi venatoria : sottolineiamo l'uso di strumenti atti a far rumore (bastoni,etc.) per far andar la preda verso il luogo desiderato e questo ad opera di squadre (i battitori). L'elemento “evocativo” : tali rumori e gesti avevano lo scopo di stanare qualcosa che era presente ma non visibile quasi che attraverso il loro impiego si obbligasse l'oggetto evocato ad incarnarsi. Il combattimento e l'uccisione “inevitabile”dell'evocato : lo scontro non poteva che finire con la morte della preda , evocata proprio per essere uccisa , ma sempre viva in quanto preda totemica e non animale-individuo. Lo stesso mondo della guerra deve molto al modo d'agire collettivo appreso dagli uomini durante la caccia :l'uso di prender trofei umani rientra perfettamente in questa logica. Ora forse vi spiegherete anche il perchè della mia moresca con bastoni per il San Giorgio fidentino...
Sopra : la celeberrima tavola di Paolo Uccello " La caccia di notte" (!)

2 commenti:

danzarcortese ha detto...

SI !!! PROPRIO COSI' !! CREDO CHE QUESTA, SIA L'IPOTESI A ME PIU' VICINA ALLA REALTA' MORESCA...

Farnesiana ha detto...

Grazie Lucio. E' un argomento interessantissimo. Però, quanto è violenta e maschile questa moresca. Onestamente preferisco i riti collegati alla Magna Mater ::)