Oltre all'indubbio valore comico le farse napoletane son assai intriganti per il loro continuo andar per citazioni musicali: non ho riscontrato questa peculiarità in nessun altro repertorio nazionale. La scena dell'arringa finale del processo, in questa opera di Eduardo Scarpetta, ne è esempio lampante: il parlare diventa musica e la musica diventa addirittura un accenno di quadriglia. Non molto diverse dovevan essere nello stimolar i sensi, sebbene con modalità più colte, alcune esibizioni antiche a cominciare dai madrigali rappresentativi nei quali il testo si fa dialogo e musica, per poi passare ad onomatopeici intercalari e sconfinare talvolta in citazioni coreutiche ( ad esempio il celebre spagnoletto ). Se non guardate l'immagine in movimento ma vi concentrate sul suono non potrete non cogliere ancora riaffioranti tracce di una apparentemente disordinata politestuale polifonia...
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