giovedì 18 dicembre 2008
Debito d'onore
Ringrazio L’ara per avermi consigliato ( e donato !) “Stanze” di Giorgio Agamben : questo libro è coinvolgente e prendendo spunto anche solo dalla parte introduttiva possiamo già fare dilettevoli speculazioni sull’estetica del fantasma Domenicano . Parafrasando la “dialettica” tra filosofia e poesia , disquisita nella prefazione , ci vien da azzardare che nella realtà fisica il corpo possiede la danza ( o , più genericamente , il movimento ) ma non la conosce , mentre la mente la conosce senza possederla ….l’unico luogo dove è possibile un confronto tra le due esperienze è un luogo non limitato dalla realtà fisica , quindi un “non luogo” , il luogo dei Phantasmata . Potrebbe essere già questa una delle possibili interpretazioni del Ballar per fantasmata di Domenico ? Il tentativo utopico di evocare questo non luogo, ove l’unione tra essere e conoscere possa essere realizzabile ? Giorgio Agamben “Stanze – la parola e il fantasma nella cultura occidentale” . Biblioteca Enaudi
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1 commento:
Come dice Bruna: "il tuo corpo lo sa"...
Sicuramente questa potrebbe essere una importante intuizione. Aver presente l'esistenza di questo "non luogo" ed incominciare ad affrontare la sua (u)topografia è l'inizio del cammino che Agamben propone. Nel libro si trovano mille altri spunti di riflessione, per cui avremo modo di continuare le "dilettevoli speculazioni" sul fantasma e la danza.
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