Affrontiamo ancora un tema rimasto parzialmente in sospeso ; quello della Riverenza.
In pochi altri paragrafi , tra quelli dedicati alla descrizione dei passi , i maestri di danza lasciano trasparire un’aria di rassegnazione (acrimoniosa in Caroso ) così come in quelli dedicati alle Riverenze : il fatto che il viver cortese prevedesse l’uso di tale movenza spessissimo anche al di fuori delle danze rendeva probabilmente arduo il lavoro di questi insegnanti che dovevano correggere “difetti” di postura ormai tenacemente radicati e consolidati in anni di incontrollata consuetudine. Ciò è chiaramente riscontrabile anche nell’iconografia dell’epoca che ci mostra un campionario quanto mai ampio di diverse posizioni ( anche compresenti , come evidenzia l’immagine qui sopra ) : ne del resto , i nostri maestri , erano i primi a mantenere una linea univoca…Caroso , qualunque interpretazione si dia al resto delle due descrizioni , parla chiaramente di “…chinar alquanto seco la testa ..” nel 1581 e di scendere “...con la testa sempre alta…” nel 1600.
È interessante notare come la conosciuta figuretta del cavaliere in riverenza riportata da Arbeau si collochi un po’ a metà strada tra le due posture adottate dai cavalieri francesi della nostra immagine e di come il cavaliere dai calzoni rossi metta in pratica una soluzione ( statisticamente assai frequente nell’iconografia tardo cinquecentesca-seicentesca ) molto simile a quella riportata in raffigurazioni di cento e più anni prima come , ad esempio , negli affreschi del Colleoniano Castello di Malpaga , Bg .
In pochi altri paragrafi , tra quelli dedicati alla descrizione dei passi , i maestri di danza lasciano trasparire un’aria di rassegnazione (acrimoniosa in Caroso ) così come in quelli dedicati alle Riverenze : il fatto che il viver cortese prevedesse l’uso di tale movenza spessissimo anche al di fuori delle danze rendeva probabilmente arduo il lavoro di questi insegnanti che dovevano correggere “difetti” di postura ormai tenacemente radicati e consolidati in anni di incontrollata consuetudine. Ciò è chiaramente riscontrabile anche nell’iconografia dell’epoca che ci mostra un campionario quanto mai ampio di diverse posizioni ( anche compresenti , come evidenzia l’immagine qui sopra ) : ne del resto , i nostri maestri , erano i primi a mantenere una linea univoca…Caroso , qualunque interpretazione si dia al resto delle due descrizioni , parla chiaramente di “…chinar alquanto seco la testa ..” nel 1581 e di scendere “...con la testa sempre alta…” nel 1600.
È interessante notare come la conosciuta figuretta del cavaliere in riverenza riportata da Arbeau si collochi un po’ a metà strada tra le due posture adottate dai cavalieri francesi della nostra immagine e di come il cavaliere dai calzoni rossi metta in pratica una soluzione ( statisticamente assai frequente nell’iconografia tardo cinquecentesca-seicentesca ) molto simile a quella riportata in raffigurazioni di cento e più anni prima come , ad esempio , negli affreschi del Colleoniano Castello di Malpaga , Bg .
Particolare di un dipinto di Caulery conservato al Musée du Rennes raffigurante un ballo alla corte di Enrico IV
1 commento:
Guardando il dipinto, e la netta differenza tra le due riverenze, mi sono chiesta: è possibile che la differente postura sia dettata anche da una diversa "intenzione"
(una mi sembra più confidenziale, l'altra più formale), oppure, perchè aventi un "ruolo" diverso a Corte?..
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