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mercoledì 29 settembre 2010

Postilla chorea


In un contesto di ricerca filologica è lecito chiedersi se la danza curtense oggi non sia inevitabilmente virata da una “deviante” visione femminile ? Donne son le ricostruttrici e donne son, nella stragrande maggioranza dei casi, le danzatrici… la riproposizione della ( o di una ) visione maschile è attuabile ? O verrebbe vissuta come stravagante travestitismo ? Domande non poi troppo retoriche, fiorite tra noi e Farnesiana dopo lo spettacolo “maschile” di Quart…
Sopra: un interessantissimo particolare di una miniatura tratta dal codice 18991 della British Library. Notate come i due uomini mantengano tra di loro la presa differenziata: maschile per chi conduce e femminile per chi è dal lato della donna.

2 commenti:

Farnesiana ha detto...

Ti ringrazio per aver menzionato Quart, dandomi così la possibilità di esporre schematicamente agli amici del blog le caratteristiche principali dello spettacolo, a mio avviso molto ben riuscito.
Innanzitutto, il luogo era strettamente connesso al repertorio, se non addirittura la fonte d’ispirazione, divenendo uno dei protagonisti della scena.
Secondo, il proposito di rievocare dei momenti che plausibilmente si verificavano al di fuori della corte, offrendo l’occasione di un’interpretazione nuova ed originale della danza storica come se fosse praticata da e per i ceti sociali più bassi.
Terzo, l’approccio a complessi temi antropologici attraverso la rappresentazione dei riti che si avvalgono del simbolismo delle fiere e dell’uomo selvatico, espressioni di un mondo capovolto da esibire per scongiurare qualsiasi minaccia all’ordine costituito.
Infine, abbinata alla pratica coreutica, la grande importanza attribuita alla recitazione, peraltro di ottima qualità.
Riguardo la sfera emotiva, lo spettacolo suggerisce l’idea di uno spazio chiuso ed autosufficiente in cui si esprime la solidarietà fra maschi, mentre la donna è portata in scena da uomini travestiti che ne restituiscono un’immagine negativa, tuttavia coerente con la mentalità dell’epoca.
A mio avviso, la prima parte di un celebre titolo di Duby, ‘Medioevo maschio’, potrebbe ben riassumere l’insieme delle sensazioni ed emozioni che ho potuto vivere al bel castello di Quart.

danzarcortese ha detto...

NON SO COSA PENSARE..LA PRIMA COSA CHE PENSEREI VEDENDO UN MASCHIO VESTITO DA DONNA CHE BALLA, SAREBBE QUELLO CHE STA IMPERSONANDO UNA DONNA E PROBABILMENTE UNA DONNA DA PRENDERE IN GIRO. QUINDI LO VEDREI " ABBASTANZA " NORMALE" COME VEDERE APPUNTO UN UOMO TRAVESTITO DA ORSO O DA LUPO CHE BALLA.SEMPRE TRAVESTIMENTO E', QUALSIASI SIA IL CONTESTO.IL FATTO CHE IL MONDO COREUTICO SIA QUASI TUTTO AL FEMMINILE è DIVERSO !!QUANDO NOI DONNE BALLIAMO UNA PARTE MASCHILE, NOI NON CI SENTIAMO " TRAVESTITE" ..SEMPLICEMENTE MANCA L'UOMO ...E ALLA FINE LA DANZA PERDE DI " SFUMATURE " ED è TUTTA AL FEMMINILE...HO AVUTO MODO DI BALLARE E CON PIACERE DEVO AMMETTERE CON 5 UOMINI ( SOBRIA ) E FINALMENTE LA DANZA AVEVA SENSO !!!! QUINDI SE L'UOMO SI TRAVESTE DA DONNA, MOLTO PROBABILMENTE HA SENSO ( SEMPRE AMMESSO CHE SIA IN UN CONTESTO COME A QUART).HO AVUTO LA STESSA IDEA NEI MUSICISTI.IL SUONAR FEMMINILE E' TOTALMENTE DIVERSO DAL SUONAR MASCHILE.UN CEMBALO SUONATO DA UNA DONNA( E' SOLO UNA MIA OPINIONE ) HA UN IMPATTO SONORO MA SOPRATTUTTO INTERPRETATIVO DIVERSO RISPETTO A UN MUSICISTA DELL'ALTRO SESSO....