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venerdì 12 ottobre 2018

Postilla chorea


Chiudiamo la settimana con questa facezia tratta da un libro stampato nel  1581 ( come Il Ballarino...) che ci da faro su quel che alcune danze comuni potevan porre in gioco:" Una gentildonna aveva, com’è usanza, facendosi il ballo della torcia, poi che a lei era toccata la torcia, invitato un giovane, il quale, recandosi l’invito a supremo favore, quasi che la gentildonna fusse innamorata di lui, ragionando poi in ballo seco, non sapeva trattenerla con altro che domandarle importunatamente la cagione, perchè ella più lui che altri avesse invitato, sì come quello che aspettava che da lei gli fusse detto che ciò avesse fatto per cagione d’ amore. Allora la gentildonna, fastidita dalla lunga e fastidiosa dimanda del vano amante, così li rispose: — Non vi meravigliate di ciò, perchè così m’è convenuto fare, avendomi imposto mio marito ch'io danzi sempre con persone da non dargli sospetto." 

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